domenica 25 luglio 2010

ELISABETTA CANALIS COME AFEF,VITTIMA DELL'INVIDIA FEMMINILE

Afef: «Cara Elisabetta, benvenuta nel club delle invidiate

Un anno d'amore. Il 22 luglio 2009 è una data importante per Elisabetta Canalis e per le cronache rosa. È il giorno in cui la sua relazione con George Clooney viene allo scoperto. Vengono fotografati insieme al ristorante dell'Hotel Majestic di Roma, e nei giorni successivi in moto a Laglio, sul Lago di Como, dove l'attore ha la sua villa. Inizia così la storia più chiacchierata di questi ultimi anni: niente fa parlare come la coppia Clooney-Canalis. Soprattutto inizia così, per Elisabetta, il tunnel dell'invidia.
Per lei, la velina più famosa di sempre, lo strisciare delle malignità non è cosa nuova. Altre volte era finita nel mirino delle bufale del gossip da strapazzo, ma stavolta la questione è diversa. Innanzitutto lo scenario non è più nazionale, ma planetario. Poi Clooney non è solo un attore famoso di bell'aspetto, è l'oggetto del desiderio delle donne di mezzo mondo. È questa la situazione che Elisabetta si trova a dover gestire, e devo dire che è stata brava. Non ha perso le staffe nonostante la sfilza quotidiana di notizie costruite ad arte, le strumentalizzazioni della stampa straniera, le brutte falsità di tanti giornali italiani. Nonostante quotidiani e Tv ripetessero, mese dopo mese, la stessa domanda insinuante: «Sarà vero? È una farsa?». Da ragazza intelligente, è diventata una donna prudente e riservata. Una che sa scegliere chi frequentare, quando farlo, come mantenere un profilo sobrio senza rinunciare alle buone occasioni di lavoro. Ma soprattutto - quando è stato chiaro per tutti che Clooney l'aveva scelta - non si è lasciata schiacciare dal peso dell'invidia.

Benvenuta nel club, Elisabetta: la gelosia femminile che una donna rivolge a un'altra può essere causa di sofferenza. Mio malgrado, e non provo alcun orgoglio nel constatarlo quotidianamente, sono un'invidiata, e so bene perché: sono una donna piacevole che ha sposato Marco Tronchetti Provera. Tanto per capirci su che cosa intendo per manifestazione d'invidia: il giorno del nostro matrimonio un quotidiano nazionale usciva con un articolo dove si teorizzava che ci fossimo lasciati; io finalmente ero tornata a sgobbare e lui mi aveva piantata, anche perché non ero la compagna giusta per stare al suo fianco nei salotti milanesi. Le nozze non hanno cambiato le cose. Se è possibile, le hanno anche peggiorate. Ma con gli anni ci ho fatto il callo. Non mi ci sono abituata, quello credo che non si possa fare. L'unica buona medicina in questi casi è l'amore. Per me è stato così: Marco si è dimostrato un compagno saggio, e con la sua esperienza delle cose della vita ha saputo sostenermi.

Credo che Elisabetta goda, da George, di uguale sostegno. Deve essere così, perché la vedo ogni giorno più forte, superiore alla banalità del male. Inoltre l'aiuta il buon carattere. Malgrado lavori nel non facile ambiente televisivo, non ha mai avuto problemi nei rapporti con le colleghe, che anzi, appena ha potuto, ha chiamato a raccolta a Laglio. Non si è mai vantata, pur avendone tutte le ragioni, della situazione particolarmente favorevole nella quale si trova. Eppure è oggetto di continue critiche, molto ingiuste e inutilmente cattive. L'ultima sulla sua partecipazione alla serie tv americana Leverage: l'hanno messa in croce per il suo inglese. Tutte storie. Elisabetta parla molto bene, ha studiato per sapersi esprimere sul set in un'altra lingua, e il risultato è buono.
Le vipere nostrane farebbero meglio a essere orgogliose se Clooney ha scelto un'italiana e se lei, invece di adagiarsi sugli allori, vuole continuare a farsi strada con il suo lavoro.
Chapeau, poi, alla determinazione con cui la coppia ha difeso la sua privacy, senza deroghe. Anche se mi auguro di sentir raccontare da Elisabetta, prima o poi, come quest'anno le ha cambiato la vita. Tanto per far rodere d'invidia qualcuno in più.

da http://c2.iobloggo.com/

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