giovedì 7 ottobre 2010

VANITY: TIZIANO FERRO fa coming - out "Voglio innamorarmi di un uomo"

 

Puntata speciale di Vanity, in occasione della bella intervista a Vanity Faire, in cui Tiziano Ferro fa un sincero coming-out, e racconta le difficoltà di tutti questi anni di carriera. In questa puntata speciale, spazio anche ad un dibattito ed un sondaggio, perchè essere gay nel 2010 in Italia è visto ancora come un fatto eccezzionale?

Tiziano Ferro si racconta , per la prima volta senza freni di se stesso. Racconta le sue difficoltà, i suoi sogni per il futuro, Tiziano non si nasconde più, in questa intensa intervista a Vanity Faire di cui noi riportiamo degli stralci, parla per la prima volta della sua omosessualità.

«Che cosa succederà dopo?», chiede Tiziano Ferro. Poi si risponde da solo: «Niente sarà più come prima».

La consapevolezza:

«Un paio di anni fa», racconta, «ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose, a partire dal mio rapporto con l'omosessualità. Così, al termine dello scorso anno, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante».

I primi dubbi:

I primi dubbi, spiega, risalgono alla sua adolescenza, quando aveva una fidanzata. Proprio a lei li confidò: «Le dissi che pensavo di essere attratto anche dai ragazzi. Mi rise teneramente in faccia, mi disse che non poteva essere vero». Poi arrivò il successo travolgente e Tiziano, incapace di «chiarirmi con me stesso» sui suoi sentimenti, scelse di non viverli.

Il difficile processo di accettazzione:

«Non posso puntare il dito contro nessuno, solo contro me stesso», spiega, «Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l'omosessualità una specie di "malattia"… Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice».

La rabbia:

Le voci ricorrenti sulla sua omosessualità, spiega, «mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per gay, ma perché la verità è che un fidanzato avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno». Perché? «Perché avrei dovuto vivere una doppia vita e io non ne sono capace. Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell'omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici».

La sua nuova vita piena:

Ora che quella condivisione è diventata realtà, è pronto a vivere pienamente. «Cerco l'amore, la parte della vita che mi è mancata finora… Per il momento sono solo, ma spero presto di non esserlo più».

Il coming- out (parola che odio, ma è quella che viene usata in questi casi) di Tiziano Ferro, non possiamo nascondere che facia un certo rumore, muove le acque quiete e ipocrite dello showbisness italiano, e ci da lo spunto per aprire questo dibattito, che proseguirete voi se volete con i vostri commenti al post. La domanda che ci poniamo, è, ma davvero nel 2010 essere gay è ancora un fatto eccezzionale? A mio avviso bisogna distnguere due realtà diversissime tra loro, quella delle star dello spettacolo, e la realtà della gente comune. Ultimamente partendo da Ricky Martin, e arrivando a Tiziano Ferro, stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno, che spinge le star a non volersi più nascondere, e dire apertamente il proprio essere. Poi ci sono i soliti casi di "sospetti" mai confermati (vedi Marco Mengoni, o Valerio Scanu per fare un esempio) ritenuti omosessuali dai più, ma da loro prontamente smentito. La realtà della gente normale è ben diversa, nonostante nonostante i casi di aggressioni ai gay sempre più frequentoi raccontati, l'insofferenza verso di loro non mi pare così accentuata come riportano i giornali. Certo l'Italia è un paese vecchio che ha paura della odernità, e del "diverso", una società ancora troppo influenzata da una cultura di falso pudore, e catechista che le impedisce un salto di qualità verso questa irezione. Quando un giorno si comincerà a guardare l'omosessuale, no come un essere pervertito, ma come un uomo o una donna che si innamora di un'altro uomo, quando si imparerà a rispettare i sentimenti delle persone, allora forse si farà un grande passo in avanti. Ma finchè centinaia di migliaia di ragazzi, finiscono in terapia prima di accettare se stessi, allora per la società sarà sempre un'enorme sconfitta.

Fonte: style.it

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