domenica 27 giugno 2010

"L'altra faccia del trono". Dopo la De Filippi cosa c'è?

"L'altra faccia del trono" 
Dopo la De Filippi cosa c'è? - Dalla vetrina di "Uomini e 
Donne" agli scaffali della libreria, Nicola Paolinelli ci racconta 
la sua storia, quello di un ragazzo come tanti altri che, grazie al 
"trono rosso" di Maria, ha vissuto una favola

Sembra essere un'eccezione, una mosca bianca nella marea degli ex "maschioni" della De Filippi. È un ragazzo dall'aria semplice, il 29enne di Jesi, che non nega di aver cavalcato l'onda di notorietà conseguita dalla partecipazione a Uomini e Donne , ma che ora vuole dimostrare altro: che oltre l'addominale ben scolpito c'è di più. L'ex tronista, dunque, si è messo a nudo in un libro (Alpes Editore), non per un calendario ma per parlarci di sé: la vera vita di chi, passato dal trono, tutto può e tutto gli è dovuto.


Com'è nato questo libro?
Dalla voglia di raccontare un'esperienza importante, di far vedere cosa può essere il mondo dopo una trasmissione così seguita che ti apre le porte del successo e che, però, va maneggiato con cautela. Un dietro le quinte insomma: per rispondere a tutte quelle persone che, incontrandomi per strada, mi chiedevano come fosse la vita di una persona dopo un programma così popolare.

Qual è, in sostanza L'altra faccia del trono?
È quella non visibile, quella che inizia quando finisce il trono, con lo spegnersi delle telecamere e lo scemare della notorietà. È il passaggio successivo, i mesi lontani dal piccolo schermo e dagli applausi del pubblico, il ritorno alla realtà profondamente cambiata. Un libro che descrive i pro e i contro di quello che oggi sembra far gola a tanti: successo immediato e guadagni facili.

A questo punto cosa farai da grande?
Da grande vorrei lavorare in una redazione sportiva visto che sono nato con una passine sfrenata per il calcio, prima di Uomini e Donne giocavo in una squadra di calcio a livello dilettante.

Cosa ti è rimasto dell'esperienza del trono?
Di quei mesi mi è rimasto tutto, ho vissuto un periodo che non mi sarei mai immaginato potessi vivere, ma l'importante, quando ti capita una cosa così, è non perderti dietro le luci della ribalta che offuscano la mente di tanti, rimanere con i piedi ben saldi a terra perché la notorietà arriva subito, ma può scomparire altrettanto velocemente.

Ti penti della tua partecipazione a U&D?
No, assolutamente; è stata un'esperienza unica e solo quella trasmissione poteva regalarmi tanta popolarità. Uomini e Donne è un programma che ricicla continuamente persone, io ne ero ben consapevole, dopo di me ce ne sarebbero stati tanti altri e per questo non mi sono mai montato la testa.

Non vuoi essere considerato un bello e basta, poi ti proponi in copertina del libro a petto nudo, non ti sembra una contraddizione?
Infatti, l'abbiamo tolta, in realtà è stata fatta una nuova edizione: nella prima non ero l'unico a gestire il libro e la copertina prevedeva una mia
foto a petto nudo, ma da quando ho preso in mano io la situazione, ho pensato di modificarla per questo motivo, risultava in contraddizione con ciò che raccontavo, e quindi, quella foto è stata sostituita con il mio viso in primo piano.

Che vantaggi ti ha portato aver partecipato a una trasmissione così seguita?
Come in tutte le esperienze ci sono i pro e i contro: ho visto persone avvicinarsi in quel periodo per poi allontanarsi quando il successo diminuiva, così come le serate in discoteca e le ospitate tv, ma sicuramente i ristoranti di lusso, gli alberghi sempre disponibili pur prenotando un'ora prima e le facili avventure con le donne, sono tutte conseguenze relative alla mia partecipazione a Uomini e Donne.

Sei un bel ragazzo e sicuramente non avevi problemi a trovare una compagna fuori dal programma, e allora perché il provino?
Be' il provino si fa per tanti motivi: per trovare una compagna certo, ma anche per avere un minimo di popolarità, tanti soldi e forse l'idea dei guadagni facili è la molla che ti spinge di più a partecipare.

Sei stato considerato un tronista un po' anomalo, timido, umile e per niente egocentrico, tu come ti descrivi?
Non penso di essere stato un tronista anomalo, ma forse un tronista di sani principi, capace di non scendere a compromessi. Magari io, a differenza di tanti altri, non avevo mai fatto televisione, non ero mai stato davanti alle telecamere, al centro di una trasmissione e quindi potevo dare l'impressione di essere particolarmente timido ma, in realtà, era solo inesperienza.

Amici e nemici tra i colleghi?
Con alcuni sono rimasto amico, ci sentiamo, quando possiamo andiamo a cena insieme, anche se grandi rapporti di amicizia non sono nati.

Qualcuno si sposa, qualcuno fa figli, altri finiscono dagli avvocati. Tu hai qualcosa in sospeso con corteggiatrici e opinionisti?
No niente, assolutamente, è stata un'esperienza bella ma che ormai è terminata senza lasciare conti in sospeso.

A chi consiglieresti L'altra faccia del trono?
È una lettura carina, leggera adatta per chi desidera colmare la propria curiosità su ciò che accade "dietro le quinte" del mondo dello spettacolo. Penso che i lettori di questo libro siano soprattutto ragazzi giovani, affascinati da quel mondo apparentemente così lontano che ti porta a un successo immediato ma che non tutti sono in grado di gestire.

Insieme alla giornalista Irene Vella, che ha collaborato a questo libro, hai sposato una buona causa, parlacene un po'…
Questo libro porta con sé un progetto importante, in quanto parte del ricavato andrà in beneficenza all'associazione il "Sogno di Stefano" che aiuta le famiglie dei bambini dializzati in attesa di trapianto. La proposta è stata di Irene, quando abbiamo intrapreso la collaborazione, e io sono stato contento di poter contribuire.

da libero.it

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