Torna Recensione musicale, l'appuntamento con la musica di Unduetreblog. Oggi ci concentriamo su Valerio Scanu, ed il suo ultimo singolo estratto dall'album "Per tutte le volte che " ossia "Credi in me". Scanu ha talento e lo abbiamo capito da tempo, ma ascoltando questo pezzo mi sorge un dubbio, o chi lo produce e lo segue non l'ha capito, o non gli vuole affatto bene. Credi in me è a tratti imbarazzante, nel testo e nell'arrangiamento, poche volte assistiamo (parlando di un cantante professionista) a tanta pochezza e superficialità. Valerio in tutto questo non ha sicuramente colpe, tranne quella di non aver detto "io sta cosa non la canto", evidentemente era impossibilitato a farlo, oppure c'è qualcosa di questa canzone che non sono ancora riuscito a cogliere, ma se c'è , è davvero ben nascosta. Definire il testo banale non rende bene l'idea, perchè qua si va oltre il banale, evidentemente chi produce Scanu è convinto che basta riassumere all'infinito il concetto sole cuore amore, per abbindolare le ragazzine pazze del loro idolo. Io credo che non sia affatto così, e le ragazze ed i ragazzi di oggi, siano molto più avanti rispetto al pensiero di codesti produttori. Valerio viene da una vittoria a Sanremo già di per se criticatissima. Per tutte le volte che non è certamente un testo indimenticabile o eccezionale, ma il fatto che abbia vinto il Festival non è uno scandalo, e , a confronto con questa canzone , rasenta il capolavoro. Credi in me è piatta, non dice niente, l'arrangiamento in certi tratti sembra essere una base di karaoke, Scanu ce la mette tutta ma i miracoli non li può certo fare lui.
Adesso io mi chiedo : la discografia italiana ha tra le mani un talento che ripeto è evidente a tutti, e che vende, è mai possibile che non lo si riesca a far usicre da certi canoni? Come può una canzone come Credi in me essere affidata all'ultimo vincitore di Sanremo? Scanu farebbe bene ad iniziare a pretendere di più, a non abbassare sempre il capo davanti a tutto ciò che gli viene proposto, e cercare di crescere costantemente esplorando strade a lui più congeniali. Se non vuol rischiare di diventare tra qualche anno una delle eterne promesse del mondo discografico italiano, caduti nel dimenticatoio dopo poco tempo, le cosiddette comete.
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